Tiggianocosta roccia alta
cod #648
NASPARO
bilocale - mq 50 - piano terra
giardino,cortile
giardino,cortile
CLASSE ENERGETICA:G
€ 160.000
Torre Nasparo è una di queste e appartiene ad un piccolo borgo del Sud Salento, Tiggiano, devoto ad un Santo orientale, Sant' Ippazio, protettore dell'apparato genitale maschile. Fino alla metà del 1900 le giovani madri portavano al Santo protettore i loro figlioletti maschi per una sorta di benedizione e invocazione alla fertilità.
A ridosso della torre, verso la statale che porta nel borgo è ubicato il terreno in questione; un terreno di 2000mq a 400m in linea d' aria dal mare.
Sul terreno è presente un fabbricato di 50mq con 1 camera da letto, cucina, 1 bagno e portico con vista mare; essendo un rustico, può essere modificato secondo le esigenze dell'acquirente.
La terra,si predispone alla coltivazione di un tipico orto locale in quanto terra rossa, fertile, anche per la vicinanza col mare.
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Dotazioni
posto auto no
posti letto base
posti letto max
accesso disabili no
bbq
vasca idromassaggio
piscina
doccia esterna
aria condizionata
zanzariere no
lavatrice
lavastoviglie
asciugatrice
microonde no
asciugacapelli no
tv
internet
animali
recinzione animali
fumare in casa no
biancheria cucina no
biancheria letto no
biancheria bagno no
Distanze
spiaggia attrezzata
spiaggia libera
porto turistico
alimentari
bar
ristorante
farmacia
edicola
chiesa
guardia medica
stazione ferrovie locali
stazione FS
fermata autolinee
aeroporto
S.Maria Di Leuca
Otranto
Gallipoli
Lecce
Informazioni
TIGGIANO
Piccolo centro del sud Salento, Tiggiano fa parte del consorzio Borghi Autentici d’Italia. La sua posizione, alquanto strategica, permette di raggiungere in pochi minuti la litoranea del versante adriatico, in particolare l’affascinante marina di Torre Nasparo da cui dista circa 1,5 chilometri. Si tratta di un luogo isolato e quasi sconosciuto all'interno del parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca-Bosco di Tricase, con una scogliera bassa che facilita l’accesso al mare, sempre fresco e cristallino.
Il nome Tiggiano trae le sue origini dal termine latino “predium Tiggianum”, dove predium indica un possedimento agricolo e Tiggianum, denota il nome di un proprietario fondiario a cui era stato ceduto il territorio in seguito alle guerre di conquista romane.
A motivo di ciò, pare che il paese sia stato fondato proprio da tale centurione romano dopo che gli fu affidato il territorio. In seguito la sua popolazione si estese sino a comprendere alcuni paesi limitrofi tanto che, dal 1200, Tiggiano iniziò ad appartenere al territorio di Alessano. Successivamente, il paese passò sotto la dominazione normanna, poi quella spagnola e poi in mano a diverse famiglie feudatarie, quali gli Arcella, gli Orsini del Balzo, i Gonzaga, i Brayda, i Trane, i Gallone, i Serafini-Sauli, fino a quando nel 1926 la discendenza maschile di questi ultimi si estinse.
Tiggiano conserva oggi le sue tradizioni contadine su cui si è basata sempre l’economia del paese; a livello architettonico, il paese presenta numerose opere che simboleggiano le diverse presenze sul territorio. Da visitare sicuramente, oltre alle bellissime chiese, è il palazzo Baronale costruito intorno al 1650 dalla famiglia Serafini. Dal giardino retrostante si accede al bosco; un vero e proprio museo di macchia mediterranea, ricco di alberi imponenti come pini, querce e lecci che custodiscono un tipico sottobosco, vivacizzato dagli odori caratteristici del timo, della salvia, della menta e del profumato rosmarino. Famose sono le "neviere" (cisterne scavate nella roccia utilizzate per nascondere cibi e acqua dai predatori), dimostrazione della presenza di un popolo lavoratore e in gran parte anche artigiano.
Due rinomati eventi si susseguono di anno in anno nel territorio tiggianese: la festa patronale di Sant’Ippazio durante la quale, oltre al rito religioso, si svolge anche la ricercatissima fiera di animali e di prodotti per l’agricoltura, e la sagra delle 4 pignate, così chiamata perché riproduce piatti tipici della cucina salentina cotti attraverso recipienti di terracotta (le pignate appunto). Quest’ultimi sono molto utilizzati nella cultura del basso Salento, soprattutto per cuocere legumi, cereali e minestre tipicamente al fuoco. Un prodotto esclusivo del territorio è la “pestanaca”, un particolare tipo di carota dal colore giallo-violetto che si trova solo a Tiggiano e in alcuni paesi limitrofi.
Il popolo tiggianese è definito ironicamente de “do facce”, perché sullo stemma civico del paese vi è il Dio Giano, il dio romano degli Inizi, rappresentato con due facce a indicare i giorni che passano e quelli che arrivano.
Piccolo centro del sud Salento, Tiggiano fa parte del consorzio Borghi Autentici d’Italia. La sua posizione, alquanto strategica, permette di raggiungere in pochi minuti la litoranea del versante adriatico, in particolare l’affascinante marina di Torre Nasparo da cui dista circa 1,5 chilometri. Si tratta di un luogo isolato e quasi sconosciuto all'interno del parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca-Bosco di Tricase, con una scogliera bassa che facilita l’accesso al mare, sempre fresco e cristallino.
Il nome Tiggiano trae le sue origini dal termine latino “predium Tiggianum”, dove predium indica un possedimento agricolo e Tiggianum, denota il nome di un proprietario fondiario a cui era stato ceduto il territorio in seguito alle guerre di conquista romane.
A motivo di ciò, pare che il paese sia stato fondato proprio da tale centurione romano dopo che gli fu affidato il territorio. In seguito la sua popolazione si estese sino a comprendere alcuni paesi limitrofi tanto che, dal 1200, Tiggiano iniziò ad appartenere al territorio di Alessano. Successivamente, il paese passò sotto la dominazione normanna, poi quella spagnola e poi in mano a diverse famiglie feudatarie, quali gli Arcella, gli Orsini del Balzo, i Gonzaga, i Brayda, i Trane, i Gallone, i Serafini-Sauli, fino a quando nel 1926 la discendenza maschile di questi ultimi si estinse.
Tiggiano conserva oggi le sue tradizioni contadine su cui si è basata sempre l’economia del paese; a livello architettonico, il paese presenta numerose opere che simboleggiano le diverse presenze sul territorio. Da visitare sicuramente, oltre alle bellissime chiese, è il palazzo Baronale costruito intorno al 1650 dalla famiglia Serafini. Dal giardino retrostante si accede al bosco; un vero e proprio museo di macchia mediterranea, ricco di alberi imponenti come pini, querce e lecci che custodiscono un tipico sottobosco, vivacizzato dagli odori caratteristici del timo, della salvia, della menta e del profumato rosmarino. Famose sono le "neviere" (cisterne scavate nella roccia utilizzate per nascondere cibi e acqua dai predatori), dimostrazione della presenza di un popolo lavoratore e in gran parte anche artigiano.
Due rinomati eventi si susseguono di anno in anno nel territorio tiggianese: la festa patronale di Sant’Ippazio durante la quale, oltre al rito religioso, si svolge anche la ricercatissima fiera di animali e di prodotti per l’agricoltura, e la sagra delle 4 pignate, così chiamata perché riproduce piatti tipici della cucina salentina cotti attraverso recipienti di terracotta (le pignate appunto). Quest’ultimi sono molto utilizzati nella cultura del basso Salento, soprattutto per cuocere legumi, cereali e minestre tipicamente al fuoco. Un prodotto esclusivo del territorio è la “pestanaca”, un particolare tipo di carota dal colore giallo-violetto che si trova solo a Tiggiano e in alcuni paesi limitrofi.
Il popolo tiggianese è definito ironicamente de “do facce”, perché sullo stemma civico del paese vi è il Dio Giano, il dio romano degli Inizi, rappresentato con due facce a indicare i giorni che passano e quelli che arrivano.